Giorno 39: L’ostello.
lunedì 10 gennaio 2022

Abbiamo riportato il campo base a Santa Ana. Potrei averlo già detto in qualche pagina di questo mio diario di viaggio. Ma in questo mese e mezzo ho scritto molto e cominciano ad accavallarsi i ricordi.

Sarà una settimana di lavoro. Abbiamo la nuova stagione del podcast da lanciare e la Missione El Salvador da concludere. Si scrivono le pagine finali di un capitolo e si inizia subito con quello nuovo. 100% uptime. Come piace a noi.

Un ostello è un luogo interessante dove fermarsi a osservare la realtà che ci circonda. C’è un continuo ricambio di gente e il fatto che ci troviamo in una nazione tanto particolare incentiva la presenza di viaggiatori altrettanto peculiari. Osservarli fornisce uno spaccato unico sulla tipologia che viene nel paese. E c’è poco da fare, Bitcoin ha messo El Salvador sulla mappa di moltissime persone. Sono in parecchi ad essere qui incuriositi dalla “ley”, in un modo o nell’altro. Per alcuni è la ragione principale, per altri è una curiosità interessante. 

Facciamo amicizia con una coppia di olandesi. Sono simpatici e molto interessanti. Dalla conversazione molto acuta. Lui è un bitcoiner perfettamente formato. Ha una visione cristallina della tecnologia e delle sue implicazioni più complesse. Fa piacere incontrarsi qui. Con gente che viene da ogni angolo del pianeta. Ti da la prospettiva esatta di quanto globale sia questo fenomeno. Del numero impressionante di persone che Bitcoin coalizza. 

C’è poi una coppia di amici Americani. Viaggiatori, nomadi digitali. Quelle persone che vivono il viaggio come espressione diretta di libertà. Mi piace sempre il loro temperamento. Usciamo tutti insieme a cena dopo aver chiacchierato un bel po’. Torniamo in uno dei peggiori bar del centro, i nostri preferiti. Uno di loro possiede bitcoin ed è venuto anche per quello. Non gli capita molto spesso di poterli spendere, li ha acquistati, capisce bene la tecnologia ma non ha quel rapporto un po’ ossessivo di chi come noi ne ha fatto passione e professione. Alla fine della cena era felicissimo di pagare il proprio conto con una transazione Lightning. È stato bello guardarlo. Guardare la reazione del suo amico nel vederlo pagare. Lo stupore genuino. La soddisfazione. La meraviglia del gesto. 

Non ci fermiamo mai abbastanza a riflettere sulle cose più semplici, noi che “siamo del mestiere”. Al fatto che usare Bitcoin è fottutamente figo. A quanto sia un gesto erotico. Alla meraviglia in chi guarda estasiato. Al significato profondo. È la cosa più punk che si possa fare. È il più grosso fuck you che si possa urlare. È una dichiarazione di indipendenza. È pura volontà digitale. 

Prima di rientrare facciamo un giro in centro. È sabato sera infondo. Anche se qui sembrerebbe avere un significato diverso. E invece arriviamo nella piazza centrale di Santa Ana e c’è musica e c’è un bel casino in giro. Qui la gente è spesso più semplice ed è bello vedere dei modi di intrattenersi così elementari essere ancora così efficaci. Ai Santacencos basta una cassa cinese, uno smartphone e un microfono per cantare e ballare nella notte. La gente si dispone a cerchio disegnando la pista da ballo. Guarda, applaude, canta allegra. Quelli dallo spirito più intraprendente sono i performer. Le star della serata. Stanno al centro e coinvolgono la folla. A turno la gente si lascia trasportare al centro della pista e balla per qualche minuto. La musica è latina. I testi spesso provocatori o ironici. È molto divertente. 

Sembra tutto così dimesso ma è anche incredibilmente sofisticato. Il colpo d’occhio è molto interessante. Le stesse persone che a volte hanno abiti dimessi, un po’ stropicciati. Volti segnati dal sole, barbe magari un po’ incolte. Tutti, senza nessuna eccezione hanno in mano uno smartphone e stanno riprendendo la scena. La base musicale sulla quale il cantante di turno si esibisce viene da un phablet cinese, collegato alla cassa. Sono video YouTube di karaoke e le parole scorrono sullo schermo. C’è un signore tra la folla che fa la diretta Instagram dal proprio dispositivo. Tra un brano e l’altro intrattiene il suo pubblico. Ci inquadra e ci saluta annunciando in pompa magna che stasera ci sono anche degli Americani presenti (che saremmo noi).

Questo fa la tecnologia. Pervade le società in modi che spesso sottovalutiamo. Strumenti duttili e sufficientemente economici riescono a consentire stili di vita e opportunità infondo simili anche a grande distanza. È l’effetto diretto dell’economia di scala. Tutto ormai è software. Per l’executive incravattato di New York come per il meccanico o l’operaio di Santa Ana. È questa la portata reale della nostra rivoluzione.

Bitcoin è inevitabile perché una forma di denaro più adatta ad un mondo dove un tizio in India può seguire la diretta Instagram di un contadino di El Salvador che inquadra un gruppo di Italiani ballare in piazza credendoli Americani.

Chi ne dubita ancora deve seriamente iniziare a viaggiare.