La cosa bella dell’avere dei piani è potersi concedere il lusso di cambiarli. Anche all’ultimo momento. Specie poi se c’è un ottimo motivo per farlo.
Avevamo pianificato di trascorrere un po’ di tempo a Santa Ana per visitare le sue campagne lussureggianti, spingendoci fino al confine con il Guatemala. Tutte cose che vogliamo ancora assolutamente fare, ma che dovranno aspettare. E questo perché ieri riceviamo una chiamata dal direttore del CEL, la Comisión Ejecutiva Hidroeléctrica del Río Lempa, che ci comunica che siamo ufficialmente invitati a visitare la centrale termoelettrica di Berlin, uno dei due siti dove il governo di El Salvador sta minando Bitcoin con energia totalmente rinnovabile. Non potremmo essere più felici. Come dice il Presidente Bukele siamo powered by vulcano.
Piccolo particolare, l’appuntamento è per venerdì, alle 9 di mattina e noi ci troviamo a centinaia di chilometri di distanza, circa tre ore di automobile, perché abbiamo deciso di viaggiare verso nord-est mentre l’impianto in questione è a sud-ovest. Ma non ci scomponiamo. Questa è un’occasione che non possiamo perdere e sappiamo di poter trovare una soluzione.
Cartina geografica alla mano cerchiamo di dare un senso alla logistica dei prossimi giorni. Ma è chiaro che dobbiamo completamente cambiare i nostri piani. È impensabile dopo la visita tornare da questo lato del Paese. Questo significa che nelle prossime settimane invece viaggeremo verso oriente, fino a San Miguel, per poi salire sui monti della regione del Morazán, lambire il confine con l’Honduras fino al Golfo di Fonseca, per trascorrere qualche giorno a La Union.
L’itinerario ci convince, erano posti che comunque avremmo voluto visitare, ricchi di storia e bellezze naturali. Ma a questo punto è chiaro che ci serve un’auto. E in fretta.
Ah, e dobbiamo pagarla in Bitcoin.
Ci attacchiamo immediatamente alle rubriche dei nostri telefoni e chiediamo ad ogni nostro amico e conoscente incontrato qui nelle scorse settimane. Sono tutti contatti molto efficienti ed infatti in men che non si dica abbiamo una bella pila di numeri da chiamare. Di rivolgersi alle grandi compagnie come Budget e Avis non se ne parla proprio. O meglio, ci proviamo, ma non accettano assolutamente Bitcoin. Fortunatamente scopriamo che El Salvador è pieno di piccoli esercizi che affittano automobili. Sono più che altro autofficine e carrozzerie, ma hanno una piccola flotta di automobili che noleggiano regolarmente. Sono loro a stupirci davvero: Bitcoin lo accettano praticamente tutti quelli a cui ci rivolgiamo. Ci sembra incredibile.
Il problema però è un altro. Ci stiamo avvicinando al Natale ed è un periodo di punta per il turismo qui. Inoltre tutti gli emigrati che lavorano negli Stati Uniti si prendono proprio a dicembre il grosso delle ferie e tornano a casa, per trascorrere qualche settimana in famiglia e nella loro terra. Quasi nessuno quindi ha disponibilità di automobili. Iniziamo a preoccuparci.
È in quel momento che per qualche motivo ci torna in mente Alex, il dirigente di Nueva Ideas che abbiamo conosciuto ieri nella sede del partito. Ci sembrava entusiasta della nostra avventura e pieno di contatti. Gli scriviamo. Dopo qualche ora ci mette in contatto col gradissimo Mario, proprietario e CEO di Mario’s Rent a Car. Lo adoriamo già dal nome. Anche lui ha solo un’auto rimasta disponibile e quindi dovrà andare bene. Ci viene addirittura a prendere vicino all’hotel per portarci nella sua officina. È felicissimo di accettare Bitcoin ma per questioni assicurative e di sicurezza si prende i documenti e si annota gli estremi di una carta di credito. Ci sta bene, questo non contravviene alle regole della nostra missione. La cosa però ci fa molto riflettere.
Presto bisognerà realizzare uno smart contract che blocchi una certa somma in Bitcoin come garanzia. È in effetti una forma di tutela che qualsiasi azienda che si occupa di noleggi richiede. Non è difficile da realizzare, servirà solo che il mercato maturi un po’ e ve ne sia l’esigenza. Qui a El Salvador succederà presto.
Mario infatti fa parecchi noleggi in Bitcoin. Non siamo certo i primi. È esperto della materia ed entusiasta della legge. Crede che darà grande impulso economico e che tutto quello che sta succedendo non potrà non creare molti posti di lavoro nuovi. Dice letteralmente che Bitcoin ha messo per la prima volta El Salvador sulla mappa del mondo. E non ha tutti i torti, pensiamo noi.
C’è solo un piccolo momento di panico. Al momento di finalizzare il pagamento ci accorgiamo che entrambi in nostri telefoni non navigano in internet. Abbiamo esaurito i dati. Sappiamo però che il nostro provider Claro ha Lightning network integrato nel sito. Abbiamo controllato dopo l’ottima esperienza con Bitrefill. E che potremo quindi acquistare un nuovo pacchetto alla velocità di un lampo. Nel mentre però ci colleghiamo al Wi-Fi di Mario. L’auto la terremo dieci giorni, è sufficientemente economica. Preferiamo una transazione on chain, per star certi che Chivo non faccia sparire i nostri satoshi chissà dove. Tanto non abbiamo fretta. Sul mio Blue wallet imposto le commissioni alte, sono abbastanza economiche oggi e nel giro di pochi minuti arriva già la prima conferma. È fatta. Ci da le chiavi e saliamo a bordo, pronti a percorrere i nostri primi chilometri alla guida in questo angolo di mondo.
Abbiamo noleggiato una Mitsubishi vecchia di almeno una quindicina di anni. Blu elettrico con un grosso alettone posteriore. Mai guidato niente di più tamarro. Sul quadro ci sono tutte le spie di allarme accese. Ci segnala che la pressione delle gomme è insufficiente, che gli airbag non funzionano e quando si vuole frenare è meglio tirare anche il freno a mano. Ma l’abbiamo pagata in Bitcoin e quindi per noi è una Lambo. La amiamo e ci porterà lontano. Lo speriamo almeno.
Domani ci si sveglia alle cinque del mattino. Andiamo al Vulcanode con la Bitcoin Car amici.
Non so se rendo.