Ci sono momenti in cui sono in difficoltà. Questo è uno di quelli. A volte mi mancano le parole.
La conferenza è gigantesca. Posso essere sincero? Inutilmente gigantesca.
Si sviluppa su tutta l’area del Convention Center di Miami Beach, che è un centro conferenze notevole. Nuovo di pacca. In tipico stile americano. Detto tra noi non la trovo organizzata benissimo. Si cammina per ore. Chilometri e chilometri a piedi per cercare alcune aree specifiche. I cartelli sono quasi inesistenti, la mappa interattiva sull’applicazione funziona poco e male, il personale è spesso confuso e non sa dare indicazioni. Organizzare una cosa di queste dimensione non è affatto facile, non dobbiamo sottovalutarlo, ma chiaramente lo staff di Bitcoin Magazine, responsabile dell’organizzazione di questo evento, ha ancora enormi margini di miglioramento.
L’industry day è stato il giorno dedicato alle aziende e ai professionisti del settore. Tante facce amiche e tanti discorsi bene auguranti. L’atmosfera è densa di eccitazione ma c’è qualcosa che non mi convince fino in fondo. È tutto piuttosto corporate. Pieno di imprenditori, investitori, giacche e cravatte. Manca quell’elemento punk che mi sarei aspettato da una conferenza così focalizzata su Bitcoin.
Non sono l’unico ad avere avito questa sensazione. È passato Jimmy Song, importantissimo sviluppatore di Bitcoin, a farsi intervistare e a margine dell’intervista l’ho scoperto guardarsi in giro un po’ spaesato. Ad un certo punto mi guarda sorridendo e mi chiede: << Dove sono i Bitcoiner?>>
A essere totalmente sinceri durante il primo giorno ho già sentito le parole “crypto” e “NFT” pronunciare più volte di quanto mi sarei aspettato per tutta la settimana. Ma forse non c’è da stupirsi. Siamo nel primo mondo infondo ed è inevitabile. Qui la nostra tecnologia preferita è opportunità commerciale, è lavoro, è impresa. Siamo lontani anni luce da El Salvador, dai Paesi in via di sviluppo e da tutti quegli aspetti di Bitcoin che tanto amo e che tanto mi piace trattare.
La conferenza si sta rivelando difficile da gestire. Ci sono decine di eventi in contemporanea sparpagliati per un’area sconfinata. Ci vorrebbe una staff di 5 persone per poter seguire tutto e noi siamo solo un piccolo podcast indipendente. Stiamo facendo del nostro meglio ma a volte ci troviamo a percorrere a vuoto chilometri senza riuscire a concludere niente o ad approfondire come avremmo desiderato fare. Siamo però riusciti a portare a casa delle interviste interessanti, che, con un po’ di fortuna, riuscirete finalmente a vedere nei prossimi giorni. Cerco di focalizzarmi sull’aspetto politico, è quello che i nostri ascoltatori si aspettano. E abbiamo raccolto delle chicche non indifferenti.
Domani sarà il general admission day. Arrivano gli speaker più importanti. Chissà se si faranno contagiare dal clima generale e si comporteranno come star oppure se si ricorderanno di essere soprattutto Bitcoiner. Lo scopriremo solo sopravvivendo a questo primo giorno e continuando a raccontarvi puntualmente quanto ci accade attorno.
Come si dice da queste parti: stay tuned.