Un mese e mezzo trascorso in El Salvador utilizzando solo bitcoin, senza spendere mai valuta fiat, né sotto forma di denaro contante né sotto forma di pagamento elettronico.
Questa era la sfida.
Ce l’abbiamo fatta. E oggi la nostra missione giunge al suo epilogo. Ci hanno dato dei pazzi. Ci hanno detto che avremmo finito col farci ammazzare. Che era impossibile. Di stare lontano dalla zona attorno a La Union perché lì è zeppo di tagliagole. Di non avventurarci fuori dalle aree turistiche perché Bitcoin lì è l’ultimo dei pensieri nella testa della persone.
Ma del resto si sa, la gente da fiato alla bocca perché la genetica gliene ha data una.
Il nostro obiettivo era conoscere un paese tanto bistrattato. Incontrare la popolazione. Verificare la penetrazione di Bitcoin in tutte le sfere sociali. Soprattutto in quelle meno privilegiate. Capire se è possibile acquistare pomodori al mercato popolare, dalla bancarella più malconcia. Nella zona attorno a La Union non solo ci siamo stati, ma ci siamo fermati per diversi giorni. E, indovina un po’, abbiamo incontrato solo gente per bene, sempre disponibile nei nostri confronti, sempre sorridente. “Zitti e buoni” ci verrebbe da cantare a qualcuno.
Vivere di soli bitcoin in El Salvador è possibile e, ironia della sorte, è possibile grazie al Chivo wallet. Lo stesso che abbiamo criticato più e più volte. Se da un lato è il peggior applicativo possibile sul protocollo Bitcoin, dall’altro la sua diffusione nella popolazione è notevole. Sono in molti quindi ad averlo in tasca e, piuttosto che perdere un cliente, saranno in molti ad accettare le vostre transazioni, se siete tra quelli che vogliono seguire le nostre orme. Tutto questo non basta, non è sufficiente, lo abbiamo denunciato innumerevoli volte. Ma non si può nemmeno negare come oggi sia l’applicazione più diffusa in El Salvador, e che senza, la nostra missione, sarebbe miseramente fallita dopo poche ore.
Il legal tender è una sfida piena di complessità e che si sviluppa su molti piani differenti. Nei nostri viaggi abbiamo incontrato dozzine di stranieri venuti nel paese per comprare terreni, investire in attività, traferire qui parte del loro business. La cassa di risonanza internazionale orchestrata dall’amministrazione Bukele sta funzionando ed è sicuramente la parte dell’operazione che, al momento, sta avendo più successo. È sbagliato considerarla un aspetto secondario, anche per chi, come me, è particolarmente attento all’aspetto umanitario della tecnologia.
I capitali che stanno arrivando in El Salvador saranno una risorsa preziosissima e contribuiranno in maniera determinante a migliorare le condizioni di vita nel paese. Sarà un processo lento e graduale. Ma se la leadership nazionale saprà guidare lo sviluppo in maniera virtuosa, ci saranno tante opportunità diverse per una larghissima fascia della popolazione. Ci saranno sempre gli esclusi, certo. Così come ci sarà sicuramente chi ne beneficerà maggiormente. Ma non dobbiamo commettere l’errore di fissare l’asticella troppo in alto. Anche i Salvadoregni sono solo esseri umani e non si può pretendere la perfezione. Per quella c’è Bitcoin.
Servirà qualche anno per conoscere l’esito di questa scommessa. La quantità di cose che possono facilmente andare storte è smisurata. Ma la portata dell’iniziativa è tale che non ci si poteva certo aspettare fosse facile. E non lo sarà.
Ci auguriamo davvero che tanti altri viaggiatori vogliano venire a conoscere questo paese meraviglioso e che vogliano venire qui a spendere i propri satoshi. Sarà importantissimo farlo. Per quanto imperfetto, l’unicità di questo esperimento non deve essere sottovalutata e deve avere tutto il nostro sostegno. Venite in El Salvador e contribuite direttamente alla crescita della prima Bitcoin Economy dell’universo. Non ve ne pentirete.
Nei prossimi giorni pubblicheremo una specie di guida di viaggio. Sarà il più possibile accurata. Elencheremo tutti i luoghi che abbiamo visitato e tutte le attività che accettano bitcoin. Ogni hotel in cui abbiamo dormito, ogni ristorante in cui abbiamo mangiato e bevuto, ogni piccolo negozio in cui abbiamo acquistato dei beni. Speriamo davvero sarà utile a tutti coloro che vorranno avventurarsi fin qui. A differenza nostra avranno un canovaccio da cui partire. Non guideranno alla cieca.
Per quanto personalmente ci riguarda, poi, c’è una novità. Abbiamo deciso di non lasciare il paese. Di fermarci più a lungo. Almeno un altro mese. La situazione nella vecchia Europa non è poi così rassicurante. La variante Omicron imperversa e i nostri governi centralizzati proprio non sembrano sapere venirne a capo. Qui ai tropici è piena estate, possiamo lavorare tranquillamente dal nostro campo base di Santa Ana, la pandemia se ne sta alla larga e ci sono ancora cose molto interessanti da vedere, da scoprire e da raccontarvi. La Missione El Salvador 2021 tuttavia deve considerarsi conclusa. Ed è stata un successo. Questo diario non verrà più aggiornato quotidianamente. Ma ci saranno altre sorprese e altri approfondimenti. Quindi non dimenticatevi di noi.
Con affetto, Laura e Riccardo.