Giorno 13: Zaino in spalla.
lunedì 13 dicembre 2021

Abbiamo trascorso ormai diversi giorni sulle coste di El Salvador e nella Bitcoin Beach ed è arrivato il momento di spostarci per proseguire la nostra esplorazione nell’unico Paese al mondo dove Bitcoin è valuta a corso legale. Ci sono ancora molte storie da raccontare qui, lo sappiamo bene, ma il nostro non è certo un addio. Torneremo ad El Zonte durante il nostro viaggio. Anzi, stiamo meditando di tornarci proprio a ridosso di Capodanno, tra qualche settimana, per festeggiare l’anno nuovo sulle splendide spiagge locali. Nulla è scontato però in questa nostra grande avventura e sarà bello vedere se non sarà magari qualche altro luogo a rapirci il cuore e a convincerci a restare.

La verità è che sentiamo intimamente il bisogno di muoverci. Siamo felici all’idea di farlo ed eccitati. Sappiamo che quella che ci si para innanzi è la parte più difficile del nostro viaggio. Quella più ricca di incognite. È arrivato il momento di uscire dalla confort zone di San Salvador e della Bitcoin Beach per verificare se, nel Paese reale, vivere in bitcoin sia possibile o se l’invenzione di Satoshi Nakamoto sia un opzione solo nella capitale e per quelle isolate comunità che hanno deciso di adottarla. 

Come prossima tappa scegliamo la cittadina di Santa Ana, situata nella parte occidentale della nazione, circondata da vulcani, laghi, foreste e rovine Maya. Domina una regione prevalentemente agricola, che vive essenzialmente della coltivazione di caffè, producendo alcune delle qualità più rinomate e preziose al mondo.

Come sempre accade quando ci dobbiamo spostare, per poterlo fare in sicurezza ed essere sicuri di poter rispettare le regole della nostra missione, occorre un po’ di preparazione. Ormai abbiamo imparato e iniziamo a muoverci con disinvoltura. Nel pomeriggio selezioniamo una manciata di ostelli e hotel, tutti nella zona centrale della città e con le caratteristiche essenziali allo svolgimento del nostro lavoro. Devono avere un buon Wi-Fi, possibilmente dell’acqua calda – abbiamo scoperto non essere un benefit affatto scontato in El Salvador – e rispettare il nostro budget, che ci siamo visti costretti a ridimensionare leggermente. 

Il nostro amato Bitcoin non sta affatto collaborando infatti e, per il momento, stiamo vivendo il primo dicembre bearish a memoria di hodler. Viaggiare pagando solo con la criptovaluta nel 2021 significa anche questo, dovere fare i conti con la sua volatilità. Sapevamo sarebbe stata una possibilità ed eravamo pronti all’evenienza. Ciò non toglie che il nostro potere d’acquisto si sia decisamente ridotto nelle scorse settimane. Anche questo fa parte dell’avventura e per il momento aggiunge un pizzico di pepe alle nostre scorribande. Ci diverte.

Preparata la lista delle strutture che abbiamo scelto ci attacchiamo al telefono ed iniziamo a chiamarle una ad una, convinti che quella attività ci avrebbe impegnati per parecchio tempo. Ricordate? A San Salvador non era stato affatto semplice trovare un hotel disposto a farci saldare il conto coi nostri bitcoin.

Ed è qui, invece, che Santa Ana inizia a sorprenderci.

La receptionist del primo hotel è una ragazza, quando le poniamo la fatidica domanda non ci risponde subito negativamente, anzi. Ci dice solo che crede di sì ma che deve prima chiedere conferma al titolare. Ci accordiamo per richiamarci nel giro di una mezz’ora e proseguiamo con le telefonate. Un inizio tutto sommato promettente. 

Ma con stupore constatiamo che l’attesa non sarà così lunga, dato che già il terzo albergo che chiamiamo si aggiudica i nostri satoshi. Ci risponde un signore gentilissimo che ci dice di avere un wallet Chivo e che quindi non vi sarebbero stati problemi di sorta. Meraviglioso. È stato sorprendentemente semplice.

Ora non ci resta altro da fare che organizzare il trasferimento, ma per quello abbiamo una soluzione a portata di mano. Negli scorsi giorni infatti ci è stato presentato un personaggio incredibile che, da quello che abbiamo capito, è una vera e propria istituzione tra i bitcoiner che viaggiano in El Salvador. Si chiama Napoleon – ma tutti lo chiamano Napo – ed è stato uno dei primi driver professionisti ad accettare bitcoin nel Paese. Lo abbiamo già conosciuto, è simpaticissimo ed ha una conoscenza approfondita del territorio. Una risorsa irrinunciabile.

Non solo. Napo ha capito davvero qual è l’importanza del Bitcoin per la sua gente e quale concreta opportunità di riscatto sociale possa rappresentare. Ha anche capito però che il vero valore è l’educazione e la formazione sul campo. Senza di essa i soli satoshi non possono nulla e il vero potenziale della tecnologia rischia di passare sotto traccia. Per questo inizia fin da subito collaborare con l’associazione Mi Primer Bitcoin e ad organizzare corsi gratuiti per giovani e adulti che, in tutto El Salvador, insegnano i principi fondamentali della tecnologia e danno i primi rudimenti sul concetto di libertà finanziaria. Un’attività davvero preziosa e un’iniziativa più che lodevole.

Tutto è organizzato quindi. Domani ci rimetteremo gli zaini in spalla, pronti per conoscere nuove regioni di El Salvador. C’è giusto il tempo per fare ancora un altro bagno nell’oceano, al tramonto, per una doccia (fredda) e per un’ennesima scorpacciata di papusas dalla nostra señora preferita.

Rivivi l’intervista di Rikki e Laura con Marco di Blockchain Caffè