Giorno 32: Guatemala
giovedì 8 dicembre 2022

Sveglia ore 5.00. Direzione: Guatemala.

Goodbye El Salvador. Que te vaya bien! (Quanto è bello questo modo di salutare!?)

Partenza del bus ore 6.30, costo del biglietto: 27$, durata: 6 ore. Il mezzo di trasporto perfetto per chi vuole viaggiare comodo senza rinunciare all’avventura. Consigliatissimo! 

Le priorità al nostro arrivo sono due: comprare dei quetzales (la valuta del Guatemala) in bitcoin e trovare delle SIM card, le seconde che compriamo in meno di un mese e sicuramente non le ultime. Appena avremo finito con il network di pagamenti globale, qualcuno dovrà pensare ad un operatore telefonico border-less.

Sappiamo che al confine tra i due stati ci dovremo fermare per il controllo dei documenti e che lì, in strada, troveremo decine di persone disposte a venderci dei quetzales. Noi però li vogliamo comprare in bitcoin e dobbiamo trovare qualcuno disposto ad accettarli. Ricordate? Non abbiamo contanti e prelevare in El Salvador è piuttosto costoso. Rappresentiamo il turista medio, colui che molto spesso è abituato al denaro digitale e che non è detto abbia il portafoglio pieno di banconote in qualsiasi momento, specialmente se in viaggio verso un altro paese. Chissà quante persone hanno rinunciato alla comodità di comprare quetzales al confine per questo motivo. Chissà quanti clienti questi signori hanno perso per colpa delle rigidità del sistema finanziario tradizionale.

Spoiler: missione fallita. Nessuno ha voluto i nostri bitcoin. Nessuno aveva Chivo o un qualsiasi altro Bitcoin wallet. Nessuno, inoltre, aveva alcuna intenzione di scaricarne uno nonostante gli avessimo spiegato che fosse immediato e gratuito. ‘Non mi piace bitcoin’, ‘non mi piace Bukele’, ‘non mi piace il governo’. E tutti giù a ridere. ‘Va bene, grazie. Li compreremo da un’altra parte. Arrivederci’. Non c’era molto tempo e siamo diventati piuttosto bravi ad evitare discorsi difficili con chi è decisamente troppo convinto della propria idea: non c’è peggior sordo di non vuol sentire. La nostra speranza è che qualcuno di loro, una volta arrivato a casa, ci rifletta sopra e capisca che, il primo ad accettare Bitcoin in mezzo a quella folla di persone con lo stesso identico prodotto in vendita, sarà quello che avrà un’opportunità in più rispetto agli altri. Sarà quello che perderà un cliente in meno e che potenzialmente potrebbe cambiare più soldi di tutti. Non ci sono limiti in Bitcoin.

Ci rimettiamo in carreggiata e realizziamo che per comprare quetzales in bitcoin, d’ora in poi avremo bisogno di una rete Wi-Fi o di un hotspot. 

Non è ironico? Pochi minuti prima abbiamo provato a spiegare a una decina di persone come Bitcoin fosse uno strumento tecnologico senza limiti e senza confini, per poi ricordarci che senza dati mobile o un’eventuale connessione ad internet, quello stesso strumento sarebbe stato per noi inutilizzabile.

È ancora molto presto.