Che posto pazzo che è El Salvador. Ti capitano delle cose da non credere.
Sentite questa.
Siamo tornati a San Salvador perché ci hanno invitato all’autodromo “El Jabalí”. Un circuito automobilistico che una volta era abbastanza in voga. Ma che è stato totalmente abbandonato durante il Covid. Da qualche mese però è tornato alla vita. Hanno ripreso ad organizzare le prime piccole competizioni e sono iniziati i primi lavori di manutenzione della struttura.
Ma perché ci stiamo andando? Siamo appassionati di motori?
Beh in un certo senso sì. Laura viene da una famiglia che ha i motori nel sangue. Stirpe veneta fatta di piloti, gare, cerchi e pneumatici da corsa. Ma non è questo il motivo.
Andiamo a vedere una competizione ufficiale della GT Challenge e lo facciamo perché in gara c’è un team pazzesco. Sono inglesi ma corrono con la bandiera di El Salvador sulle loro automobili e un grande logo arancione che a noi è parecchio familiare. Si chiamano Bitcoin Racing Team.
Il circuito di gara è a circa 20 chilometri dalla capitale, adagiato in una bellissima piccola vallata. Non è enorme ed è un po’ fatiscente. Come un po’ tutto del resto da questa parti. Ha però un sapore e un fascino d’altri tempi. Old school diciamo.
Attorno a noi decine di machine da corsa, da piccole Golf elaborate per le competizioni a super sportive vere e proprie. Tantissimi appassionati si sono radunati per l’occasione. Per trascorrere una domenica pomeriggio all’aperto immersi nel rombo assordante dei motori.
Arriviamo ai box e conosciamo il team. Una famiglia inglese, appassionatissima di sport motoristici e di Bitcoin. L’auto per cui faremo il tifo è tutta blu, è piccolina ma fa bella mostra della nostra B preferita sulle fiancate e sul tettuccio. Non è una bellezza, una fuoriserie di quelle che si girano tutti a guardare. Ma si vede lontano un miglio che è cazzutissima e che non conviene prenderla troppo in giro. Proprio come Bitcoin insomma.
Ci sediamo a parlare con Charlie, uno dei giovani membri della squadra. Ci racconta la storia della sua famiglia, colpita duro dalla crisi del 2008, che diversi anni dopo scopre Bitcoin e se ne innamora, cogliendo la grande opportunità di riscatto che rappresenta. Della loro storia d’amore con le automobili e della voglia di usare le competizioni per far conoscere a quante più persone possibile Bitcoin e le sue caratteristiche rivoluzionarie. Fino ad arrivare in El Salvador, a parlare con le autorità per avere il permesso di indossare i colori della nazione durante le competizioni. Per potere così supportare e far conoscere la storia del primo paese ad avere riconosciuto a Bitcoin lo status di moneta ufficiale.
È questa la cosa incredibile del lavorare alla frontiera dello sviluppo tecnologico. Chi si avvicina oggi, così presto, chi ha davvero capito, è un manipolo di pazzi pirati ribelli e sognatori. Esattamente il tipo di persone di cui amiamo circondarci. Forse perché siamo fatti della stessa pasta.
La giornata alle corse è stata incredibile. Se volete vederla coi vostri occhi non perdetevi il nostro ultimo vlog sul nostro canale YouTube. Vi portiamo con noi a tifare Bitcoin Racing Team e anche in molti altri posti incredibili.
Non dovreste perdervelo.