Lo abbiamo già scritto che amiamo Santa Ana?
Beh lasciatecelo ribadire.
Abbiamo un posto preferito nella città che si chiama Casa Verde. Sulla carta è un ostello, ma in realtà è molto di più, è hotel, è bar, è centro di aggregazione. È un posto davvero speciale. Se capitate in zona è decisamente il primo luogo dove provare a stare. Salutateci Carlos, il titolare, ditegli che anche voi pagate in Bitcoin e che vi mandano Rikki e Laura.
La città è sempre stupenda, con quel suo mix di colori e architettura coloniali un po’ decadenti. È più piccola di San Salvador ed è un bene. È molto più vivibile.
Ogni volta che ci andiamo finiamo sempre per divertirci un sacco a mescolarci con la gente. Vicino alla piazza centrale c’è un mercato popolare che è una bellezza. Tutte le pittoresche strade sono spuntinate di bancarelle che vendono letteralmente di tutto. Curiosare attorno ad esse è un piacere. Non fate caso agli sguardi incuriositi dei locali, ai risolini dei ragazzini. Qui non sono ancora del tutto abituati a vedere stranieri. Se lo fanno è perché siete una novità qui, qualcosa che non si vede tutti i giorni. E infondo un po’ di curiosità non ha mai ucciso nessuno.
Verrebbe naturale pensare che se in pochi accettano Bitcoin nella grande e più cosmopolita San Salvador figurati se lo fanno qui. Sembrerebbe una considerazione logica, ma sarebbe anche del tutto sbagliata. Provate a chiedere nei mercati, alle bancarelle. Troverete tantissimi piccoli commercianti con un Chivo wallet in tasca e tanta voglia di non perdere un cliente (alla quale magari possono spillare qualche dollaro in più). Li vedrete pronti a mettersi in gioco. A rischiare, dal loro punto di vista. Badate bene, sarete probabilmente la loro prima transazione, dovrete insegnargli cosa fare da zero. Letteralmente, quali tasti premere, dov’è l’opzione per le transazioni lightning. Tutto. Ma volete mettere la soddisfazione?
Passiamo ore a girovagare per le vie del centro. Il clima qui poi è perfetto, caldo di giorni ma sempre fresco e ventilato la sera. Anche nei mesi più caldi Santa Ana ha una gradevole escursione termica. Insomma, dovete venirci. Garantiamo noi.
Dopo avere comprato dei tubetti di dentifricio, un accendino (nemmeno qui riusciamo a non perderli di continuo) e delle tortillas alla messicana ai banchetti in strada e dopo avere fatto felice qualche giovane venditore ambulante con le sue prime lightning, finiamo inevitabilmente nella piazza centrale, Plaza de la Libertad. È davvero il cuore pulsante della comunità. Sempre affollatissima. Sempre elegante e bellissima, coi suoi palazzi dei primi del novecento, il Teatro Nazionale, in puro stile liberty, il palazzo comunale e la bianchissima cattedrale, la più bella di tutta El Salvador, dicono.
Oggi però la piazza è particolarmente caotica e brulica di attività. Stanno montando un grande palco, accordando strumenti, allineando file e file di sedie. È evidente che presto qui ci sarà un concerto. Ci avviciniamo per curiosare attratti dalla scena come due falene. Quando ci avviciniamo un signore un po’ rubizzo, sulla sessantina, ci vede e si avvicina. È il direttore della filarmonica giovanile, ci dice, e ci spiega che stasera ci sarà un evento di rock sinfonico. I giovani musicisti fonderanno le melodie dei loro strumenti classici con una band rock locale, eseguendo cover di grandi classici Metal con arrangiamenti sinfonici. Ci prega di non perderci lo show, ci dice che sarà alle 18. È felice di vedere due forestieri e si vede dall’insistenza genuina che ci tiene.
Quella faccia, quell’atteggiamento, lo abbiamo visto altre volte. È quel desiderio profondo di mostrare a qualcuno che, come noi, viene da lontano che c’è anche un’altra El Salvador. Che non è fatta di violenza e povertà. Ma è fatta di persone come le altre, capaci di studiare, organizzare, giocare, suonare, ballare. È un opportunità di riscatto. Noi li stiamo onorando con la nostra presenza e il nostro sincero interesse. E loro vogliono dimostrare di essere all’altezza. È un atteggiamento che ti prende allo stomaco, credetemi.
Accettiamo di buon grado.
Torniamo all’ora concordata e ci hanno riservato addirittura due posti in terza fila, dietro le autorità. Lo spettacolo è stato tutto quello che ci saremmo aspettati. Bello, sincero, genuino, commovente e musicalmente molto migliorabile.
Bravi ragazzi, tifiamo per voi, se l’anno prossimo lo rifate e siamo in zona torneremo di sicuro.