Ci svegliamo con la vista più pazzesca di sempre.
Il vulcano alla nostra destra e la vallata ai nostri piedi. Che spettacolo. Grazie Satoshi.
La mattinata è stupenda e ci mettiamo a fare colazione fuori, sulla veranda del nostro delizioso bungalow. Siamo in alta quota. È difficile per noi stabilire esattamente quanto ma lo avvertiamo dall’intensità dei raggi solari, che ci scottano la pelle.
Il paradiso che ci circonda ci impigrisce un po’ e finiamo col trascorrere qualche ora all’aria aperta a oziare e a chiacchierare. È già una settimana intera che siamo nel paese e dal momento che siamo atterrati non ci siamo fermati davvero un attimo.
Non facciamo nemmeno in tempo ad accorgercene ma in un lampo tutto attorno a noi cambia drasticamente e una foschia penetrante ci inghiotte. Ci guardiamo attorno stupiti per capire cosa stia accadendo e ci mettiamo qualche secondo ad accorgerci che siamo letteralmente all’interno di una nuvola. In pochi minuti una spessa coltre si è formata sopra le nostre teste e ora scivola veloce giù dalla montagna andando a colmare completamente la vallata di Santa Ana. Mai visto nulla del genere. Mai visto il clima cambiare tanto rapidamente. L’umidità dell’aria diventa intensa, fastidiosa, i nostri abiti sono zuppi. Corriamo a ripararci in stanza mentre osserviamo increduli la nuvola muoversi veloce a sbuffi, quasi fosse una colonna di fumo.
La cosa, al dire il vero, scompiglia un po’ i nostri piani. Avevamo previsto di girare delle scene panoramiche nel pomeriggio ma con questo clima sembrerebbe più un documentario sulle Highlands scozzesi che un travelog su Bitcoin in El Salvador. Apriamo i nostri laptop e ci mettiamo a lavorare.
Nel pomeriggio prendiamo l’auto e decidiamo di esplorare nelle vicinanze. Ci avventuriamo sulla strada da incubo che porta all’hotel. Va percorsa praticamente a passo d’uomo altrimenti si rischia davvero di lasciarci la coppa dell’olio, se non il motore intero.
Questa è una zona molto rinomata per il caffè e ci dicono che molte aziende che lo producono nelle vicinanze hanno anche dei locali che fanno degustazioni ed è abbastanza comune che accettino Bitcoin. Lo usano prevalentemente per ricevere pagamenti dall’estero per i sacchi di chicchi che esportano. È un metodo molto più veloce e rapido del sistema bancario tradizionale, che qui è lentissimo soprattutto per quello che riguarda le transazioni internazionali.
La cosa ci rallegra: finalmente Bitcoin che serve il suo scopo e che si afferma per rispondere a un’esigenza reale. Non abbiamo mai visitato una coltivazione di caffè e ci riproponiamo di provare a intrufolarci nei prossimi giorni. Ma non oggi. Non c’è tempo. Oggi lo dedichiamo a sorseggiare oro nero.
Troviamo un posto pazzesco. Proprio sul fianco della montagna, con un affaccio incredibile sul Lago di Coatepeque, un antico cratere vulcanico che oggi è un grande lago. Ci siamo già stati l’anno scorso e ne abbiamo parlato approfonditamente, ma da una prospettiva così alta non l’avevamo mai visto. Un’altra vista incredibile. Siamo soliti parlare sempre di El Salvador per via di Bitcoin e ci dimentichiamo che è anche un paese bellissimo. Specie qui a nord.
La caffetteria sembra nuova di zecca. Quasi completamente all’aperto è praticamente una terrazza con tettoia. Il bancone moderno è scintillante, le macchine del caffe tutte cromate, le confezioni di caffè ben accatastate e una B di Bitcoin a neon troneggia dietro i baristi. Una figata.
Ci passiamo qualche ora felice.
Prima di pagare il nostro conto uno dei camerieri ci dice che il locale è effettivamente appena stato rinnovato e che proprio domani, verso mezzogiorno ci sarà l’inaugurazione ufficiale con un sacco di personalità locali. Ci invitano a passare.
Non hanno Chivo e “la Lightning” va rapida anche se la connessione qui è un po’ scarsa.
CI è piaciuto qui, forse domani potremmo tornare per goderci la festa.