Lo ripetiamo spesso quando viaggiamo. Non siamo noi a guidare, è Satoshi.
Questo nostro motto sta a significare che vivere raccontando di Bitcoin ci espone a una quantità di imprevisti e probabilità da fare impallidire il Monopoli. Puoi fare tutti i piani che vuoi, ma tanto accadrà sempre qualcosa che finirà col scompigliarli tutti.
La giornata di oggi è stata un caso emblematico. Siamo stati contattati su Twitter da un bitcoiner locale che, dopo essersi complimentato per il nostro lavoro, ci ha segnalato un hotel super bitcoin friendly collocato in una posizione meravigliosa, sulle montagne attorno alla città di Santa Ana, proprio di fronte all’omonimo vulcano. Un’occasione troppo ghiotta per essere sprecata. Richiudiamo gli zaini, li buttiamo nel portabagagli dell’auto e ripartiamo.
La strada che conduce all’hotel è meravigliosa. Un serpente di curve immerse nella vegetazione. Lungo il tragitto attraversiamo una serie di piccoli villaggi rurali. Case povere, tetti di lamiera traboccanti di vita. Sotto i nostri occhi la vita di tutti i giorni della gente di El Salvador, fatta di frutta e verdura vendute agli angoli delle strade ed esposta su banchetti di legno assemblati alla bell’e meglio, fatta di abiti da lavoro sporchi e consumati dalla fatica, di animali al pascolo nel giardino di casa.
Una vita dura ma genuina.
Più ci avviciniamo alla meta più la salita si fa ripida e l’aria si raffresca. Sopra le nostre teste la silhouette scura e minacciosa del vulcano.
Come spesso ci capita facciamo fatica a trovare l’imboccatura della strada sterrata che porta all’hotel. Siamo nel nulla, i cartelli sono praticamente inesistenti e Google Maps svalvola come se fossimo su Marte. Quando la troviamo l’avventura si complica. Definire il terreno sul quale stiamo guidando accidentato è poco. Tra sassi, buche, avvallamenti e colate di cemento ai lati della mulattiera temiamo di lasciarci la Nissan Lambo al suo secondo giorno in nostra compagnia.
Ma quando finalmente arriviamo la struttura ci toglie il fiato. L’hotel è in realtà un agglomerato di piccoli bungalow che spuntano tra giardini rigogliosi. Facciamo check in, il personale è gentilissimo e ci accompagna alla nostra casupola. Lasciamo gli zaini a terra e usciamo subito, totalmente inebetiti dalla vista che ci si para davanti. Siamo su una alta montagna al centro del Parco Nazionale Cerro Verde, Il vulcano di Santa Ana svetta davanti a noi, al centro delle grandi finestre della nostra stanza, sembra di poterlo toccare. Sotto di noi un letto di nuvole bianchissime, sembrano panna montata, ancora al di sotto la grande vallata che ospita la maggior parte dei centri abitati. Il sole sta tramontando e lo spettacolo, credetemi, è da togliere il fiato. Non ci sembra vero.
Questo è un posto che davvero i bitcoiner che viaggiano in El Salvador dovrebbero segnarsi sulla mappa. In passato ha anche ospitato, ci dicono, diversi meet-up.
La sera non c’è molto da fare. La cucina è semplice e gustosa e di spostare la macchina non se ne parla proprio. Ci si gode l’aria pungente della sera immersi in una pace e una tranquillità quasi irreali. Al calar della sera le nubi si diradano e la valle si trasforma in un nugolo di puntini luminosi. Le luci delle città che dormono sotto di noi.
Mentre ci godiamo ancora una volta la vista sbrighiamo un po’ di lavoro, scrivo questa pagina di diario e ci mettiamo a letto.
Non vediamo l’ora sia l’alba per vedere il sole sorgere da questa prospettiva.